Alain Elkann (giornalista) Roma 6. 1. 2001
Intervista di Gianfranco Gramola
Un
giornalista che odia le bugie e che sogna di scrivere un grande romanzo
Alain
Elkann (New
York, 23
marzo 1950)
è un giornalista
e scrittore
italo-francese. Conduttore di rubriche d'approfondimento culturale per LA7.
Di
padre francese e madre italiana, è stato allievo prima di Alberto
Moravia e quindi di Indro
Montanelli. Ha scritto numerosi
libri, romanzi, saggi ed opuscoli, tra i quali spiccano i due in partecipazione
con Elio
Toaff (ex rabbino capo di Roma)
e con l'ex cardinale di Milano Carlo
Maria Martini ed inoltre un
libro con il re giordano Abdullah.
È anche giornalista televisivo. Conduce
"2 minuti, un Libro", "L'Intervista", "La
Settimana", anche online con video e approfondimenti all'interno del canale
News di LA7.it. Collabora con La
Stampa, Specchio, Nuovi Argomenti, Capital, Amica, Panta e con varie altre
riviste.
Ha
sposato nel 1976 Margherita
Agnelli, figlia del defunto
presidente della FIAT
Gianni,
dalla quale ha avuto tre figli dei quali due hanno intrapreso la strada del
nonno, Lapo
Elkann e John
Elkann. Dopo il divorzio si è
successivamente risposato con Rosy (Maria Rosaria) Greco.
Per
Mondadori
ha pubblicato: Il tuffo (1981) Stella Oceanis (1983) Piazza Carignano (1985) Le
due babe (raccolta di racconti, 1986) Montagne russe (1988).
Per
Bompiani ha pubblicato: Vita di Moravia (con
Alberto
Moravia, 1990 ) Rotocalco
(romanzo, 1991) Delitto a Capri (romanzo, 1992) Vendita all'asta (racconti,
1993) Cambiare il cuore (con Carlo
Maria Martini, 1993 ) Essere
ebreo (con Elio
Toaff, 1994 ) Emma, intervista
a una bambina di undici anni (1995) I soldi devono restare in famiglia (1996)
Diario verosimile (1997) Il padre francese (1999) Le mura di Gerusalemme (2000)
Interviste 1989-2000 (2000) John Star (2001)
Essere
musulmano (con B. Hassan, 2001) Il Messia e gli ebrei (2002) Boulevard de Sébastopol
e altri racconti (2002) Una lunga estate (2003) Mitzvà (2004) Giorno dopo
Giorno (2005)
Ha
detto:
- L’invidia è un difetto diffusissimo in
Italia, dove si tende a essere riduttivi e a non riconoscere il genio.
- Ci chiamiamo Agnelli ma siamo dei leoni.
- La
bellezza del lavoro di uno scrittore, di un giornalista è che sei come un
artigiano. Usi la penna come il falegname usa la pialla.
- Viviamo
in un mondo in cui la memoria storica è molto fugace e poca, probabilmente c'è
un nuovo desiderio di far sì che certe cose non si ripetano e quindi non si
dimentichino.
- Leggere libri è come laurearsi continuamente, come continuare ad andare
avanti, a studiare, a conoscere, nulla ti insegna più dei libri. Poi però c'è
gente che non vuole sapere, che resta ignorante.
-
Siamo il Paese con il più vasto patrimonio storico e i più bei paesaggi al
mondo: sono il nostro petrolio ma ne estraiamo poco e male, rinunciando così a
grandi opportunità economiche e a molti posti di lavoro, soprattutto per i
giovani.
Curiosità
- Suo
padre Jean Paul Elkann è stato rabbino di Parigi e presidente della Givenchy,
sua madre, Carla Ovazza, discende da una stirpe torinese di banchieri.
- Il
suo motto è: “ Bisogna saper coltivare il proprio giardino”.
-
E’ responsabile culturale della Fondazione Rosselli.
- E’ stato nominato presidente della
fondazione del Museo egizio a Torino.
- Nel
2002 ha vinto, per la sezione narrativa, la XIX edizione del Premio Cesare
Pavese con il romanzo John Star (Bompiani, 2001), una fuga dalla vita e da sé
stessi dove l'amore, la fede e la ricerca interiore sembrano racchiudere il
senso di ogni cosa.
Intervista
Il giornalista è nella sua casa romana di
via Campo Marzio. Lui ama intervistare e non viceversa, ma dietro mia insistenza
accetta di scambiare quattro parole.
Com’è
il suo rapporto con Roma?
Il
mio rapporto con la Capitale è ottimo. E’ la città dove vivo ormai da 10
anni e mi trovo benissimo. Quando sono arrivato nella Città Eterna l’impatto
è stato molto buono. Roma, stranamente è l’unica città italiana dove non ho
legami famigliari, dove non ho parenti. Però è sempre stata, in qualche modo,
la mia città.. Quando stavo in America ero legato agli ambienti letterari
romani e culturali, perché ero amico di Alberto Moravia, Siciliano, Bellezza,
Dacia Maraini. Lavoravo anche su “Nuovi argomenti”
che era la rivista di Moravia, Pasolini e Siciliano. Quindi Roma era già
un punto di riferimento. Poi quando mi hanno chiamato a Telemontecarlo. Roma è
diventata ancora di più la mia città.
Come
si trova con la cucina della Capitale?
Amo
molto le verdure, tipo i carciofi, la cicorie a egli agretti. Le verdure a Roma
sono eccezionali.
Frequenta
qualche trattoria in particolare?
Quella
non si dice, altrimenti gli altri ristoratori ne hanno a male.
Un
angolo romano a cui si sente legato?
Tutte
le sue piazze.
Cosa
prova nel tornare a Roma dopo una lunga assenza?
Il
piacere di tornare a lavorare in un posto dove ci si sente come in vacanza.
Con
i romani si trova bene?
Come
no. I romani sono un po’ rudi e indifferenti, ma tutto sommato sono simpatici. Hanno una grande filosofia di vita, in fondo. E’ uno che non
si impressiona facilmente. Uno a Roma si sente libero.
Qual
è il fascino di Roma?
La
sua bellezza.
Com’è
il suo rapporto con il Tevere?
Indifferente.
Mi piace perché è bello e scorre attraverso la città. Mi piacciono le città
che sono attraversate da un fiume.
Se
il governo avesse sede in un’altra città italiana, Roma sarebbe più amata?
Non
lo so.
Cosa
le da fastidio di Roma?
Niente.
Non mi da fastidio niente.
In
quale Roma del passato le sarebbe piaciuto vivere?
Non
lo so.
Ma
Roma è o era la città più bella del mondo?
Lo
era e lo è anche adesso. Io la metto insieme a Gerusalemme, New York, Venezia e
Parigi. Non è che la vedo in assoluto la più bella. E’ molto bella e basta.
Come
vive la Roma by night?
Andando
a letto molto presto.
Nei
momenti liberi in quale zona di Roma ama rifugiarsi?
Amo
molto il centro.
Progetti
lavorativi?
Scrivere
un altro romanzo.
Un
suo sogno nel cassetto?
Se
è un sogno non lo posso dire.
Qual
è stata la sua più gran soddisfazione in campo culturale?
Diventare
uno scrittore.